“Leitzim” spettacolo singolare nel quale si intrecciano teatro e musica avente come denominatore comune la cultura yiddish.
La scelta di questa etnia artistica deriva dall’importanza di conoscere e di far conoscere ciò che è estraneo a noi, ciò che non appartiene alla nostra cultura e quindi soggetto spesso all’indifferenza o talvolta al pregiudizio. Riteniamo pertanto che l’arte, anzi una delle principali funzioni dell’arte in generale, sia quello di contrastare l’etnocentrismo o più semplicemente produrre stimoli che inducano ad un’apertura mentale verso il “diverso” e l’interculturalità oltre che risaltare la bellezza artistica ebraica.
I “leitzim” erano buffoni e commedianti che in occasione di cerimonie allietavano i presenti con canzoni e storielle; un grande contributo del fatto che l’universo artistico ebraico sia giunto sino a noi fu anche per questi giullari: quindi a loro il titolo dello spettacolo.
La scelta teatrale dello spettacolo ha voluto orientarsi verso l’aspetto autoironico del popolo ebraico attraverso testi od aforismi nei quali emerge la brillantezza talvolta così sottile di questa cultura. Sottolineando il fatto che di storielle ebraiche si tratta e non storielle sugli ebrei: è infatti il popolo stesso l’autore di queste parabole, come se costituisse l’antidoto liberatorio da costrizioni da sempre subite.
L’umorismo nasce e si dirama in diverse direzione a seconda della propria matrice: ironia per contrastare le tradizioni rigorose dei padri ebrei ortodossi, per sopravvivere alle atrocità dei regimi e l’ironia più attuale citando alcuni personaggi ebraici caratteristici come la mamma yiddish o lo shadchen o sottolineando la loro ricerca e devozione verso la psicanalisi.
La musica KLEZMER, musica popolare ebraica nata, in base a studi musicologi, dal divieto di raffigurare immagini sacre per timore di idolatria; quindi l’elemento artistico ebraico si sarebbe interamente versato nella musica. Successivamente avrebbe subito differenti variazioni sul significato fino a proporsi come musica che raccoglie sia l’origine religiosa, sia la mondanità popolare espressa ad esempio nelle ballate presentate durante feste e cerimonie.
Come la lingua yiddish fu cancellata in soli due anni durante il periodo di sterminio della seconda guerra mondiale, anche la musica subì il suo radicale impoverimento. Riemerse da pochi superstiti che credevano che finché c’era la musica il popolo ebraico esisteva. E negli ultimi vent’anni la musica klezmer ha ripreso nuovamente vigore, soprattutto dagli anni novanta con il desiderio di conoscenze artistiche etniche.
Il klezmer era suonato in origine da strumenti “leggeri” nel senso reale della parola, così come sostenevano i musicisti, era possibile scappare più velocemente.
Gli attori sono: Bianca Barletta, Cesare Mancuso
I testi teatrali sono curati dalla regia di Bianca Barletta.
Il gruppo musicale che eseguirà musica klezmer sarà “Inconsueto Popolare” di Genova che da alcuni anni si è rivolta allo studio e alla ricerca specificatamente di questo genere.
|